Quando senti dire che il mercato è sceso del 12%, ti viene subito la paura? Ti chiedi se è il preludio a un disastro o solo un normale aggiustamento? La verità è che non tutti i cali sono uguali. Alcuni sono correzioni, altri sono crisi. E la differenza tra i due può fare la differenza tra perdere soldi o guadagnarci.
Cosa è una correzione di mercato?
Una correzione di mercato è un calo del 10% al 20% dai massimi recenti. Non è un panico. Non è un crollo. È un respiro. Un momento in cui il mercato dice: "Ehi, siamo saliti troppo in fretta, torniamo un po’ indietro." isrameds.com Dal secondo dopoguerra, le correzioni sono accadute in media una volta l’anno. Il calo medio è stato del -14,3%. Non è poco, ma non è nemmeno il colpo di grazia. Di solito ci mettono cinque mesi per arrivare al fondo, ma poi si riprendono in appena quattro. È un ciclo naturale. Non c’è nulla di anomalo. Per esempio, nel 2018, l’S&P 500 è sceso del 19,8% in poche settimane. Molti hanno venduto, convinti che fosse l’inizio della fine. In realtà, il mercato ha ripreso a salire entro tre mesi. Le correzioni spesso nascono da valutazioni troppo alte, da timori su tassi d’interesse o da notizie di breve termine. Non c’è crisi economica di fondo. Sono come un’auto che frena un po’ prima di una curva: non si ferma, si prepara. Gli esperti lo chiamano un “riallineamento sano”. I prezzi si aggiustano, le azioni troppo care perdono terreno, quelle sottovalutate guadagnano attenzione. È il mercato che si pulisce da solo. Non serve vendere. Non serve fuggire. Serve solo aspettare.Cosa è una crisi di mercato?
Una crisi di mercato è qualcosa di completamente diverso. È un crollo improvviso, spesso di oltre il 20% in pochi giorni o addirittura in una sola giornata. Non è un aggiustamento. È un panico. È il mercato che scappa da sé stesso. Il termine “crash” viene usato quando il calo supera il 10% in un’unica giornata. Il 19 ottobre 1987, noto come “Lunedì Nero”, l’S&P 500 è crollato del 23% in poche ore. Nessuno sapeva perché. Non c’era una crisi economica in corso. Era solo il panico che si era diffuso come un incendio. Eppure, quel mercato si è ripreso in tre mesi. Ma poi c’è il 2020. Il virus si è diffuso, i lockdown sono arrivati, e in meno di un mese l’S&P 500 ha perso il 34%. Questo è stato un crash - perché è stato veloce - e anche un bear market - perché è sceso oltre il 20%. Ma cosa ha fatto la differenza? La risposta è: la reazione delle istituzioni. Le borse hanno sospeso il trading, la Fed ha stampato denaro, i governi hanno speso miliardi. Il mercato è tornato ai massimi in soli cinque mesi. Non tutti i crash portano a una lunga crisi. L’87 è stato un urlo, ma non un crollo. Il 1929, invece, ha portato alla Grande Depressione: un calo dell’83,4% in tre anni. La differenza? Nell’87, l’economia era forte. Nel 1929, era già fragile. La crisi ha solo esposto ciò che era già rotto.Perché la velocità conta più della profondità
La vera differenza tra correzione e crisi non è solo quanto scende, ma quanto velocemente. Una correzione si sviluppa su settimane o mesi. Una crisi si schianta in giorni. Questo perché le correzioni sono guidate dai fondamentali: utili che calano, tassi che salgono, dati economici che deludono. Sono razionali. Le crisi, invece, sono guidate dall’emozione. La paura si diffonde più veloce di un tweet. Gli algoritmi vendono. I piccoli investitori fanno panico. I fondi si svincolano. E il mercato precipita. Nel marzo 2020, l’indice ASX 200 in Australia ha perso il 30% in tre settimane. Non perché le aziende fossero fallite. Ma perché il mondo si è fermato. La paura ha fatto più danno del virus. Per questo, gli scambi possono essere sospesi durante una crisi. Non durante una correzione. Perché una crisi può diventare un’auto-distruzione. Una correzione no. È solo un rallentamento.
Correzioni sono normali. Crisi sono rare. Ma entrambe sono parte del gioco
Dal 1926 al 2020, ci sono state solo otto bear market (cali del 20% o più). Ma dal 2000, ci sono state dieci correzioni. Cioè: una correzione ogni due anni e mezzo. Una crisi ogni 12 anni. La maggior parte degli investitori non si rende conto di questo. Pensano che ogni calo del 10% sia un segnale di allarme. In realtà, è un segnale di salute. I mercati non crescono mai in linea retta. Salgono, si correggono, salgono di nuovo. È il modo in cui funzionano. La storia lo dimostra: l’S&P 500 ha dato un rendimento medio annuo del 11% negli ultimi 90 anni, nonostante tutte le crisi, le guerre, le bolle e le recessioni. Questo non significa che sia facile. Significa che chi rimane, vince.Cosa fare quando il mercato scende
La cosa più pericolosa non è il calo. È la reazione. Vendere durante una correzione ti fa perdere la ripresa. Vendere durante una crisi ti fa perdere tutto. Ecco cosa funziona:- Se il mercato scende del 12% in due mesi: non fare niente. Aspetta. Le correzioni si riprendono in media in quattro mesi.
- Se scende del 20% in una settimana: non vendere. Controlla i tuoi fondamentali. Le tue azioni sono ancora solide? Il tuo portafoglio è diversificato? Se sì, sei al sicuro.
- Se il mercato è sceso del 30% e non c’è una crisi economica: considera l’opportunità. I prezzi sono bassi. È il momento di comprare, non di fuggire.
Perché molti investitori sbagliano
Il 70% degli investitori che vendono durante un calo del 15% non riesce a rientrare prima che il mercato riparta. Perché? Perché pensano che la correzione sia una crisi. E quando finalmente ritornano, il mercato è già salito del 20%. David Kelly di J.P. Morgan Asset Management lo ha detto bene: "Il grande errore è vendere durante ciò che credi sia una correzione, ma che poi diventa una crisi." Ma il vero errore è vendere durante una correzione perché hai paura che diventi una crisi. La paura ti fa agire in fretta. L’informazione ti fa agire con calma. Se sai che le correzioni sono normali, che i mercati si riprendono, che la storia è dalla tua parte - allora non hai bisogno di fuggire. Hai bisogno di stare fermo.La strategia giusta: diversificazione e pazienza
Non esiste una strategia magica per evitare i cali. Ma esiste una strategia che ti fa sopravvivere: la diversificazione e la pazienza. Un portafoglio bilanciato tra azioni, obbligazioni e asset alternativi riduce l’impatto di qualsiasi calo. Non ti fa guadagnare di più. Ti fa perdere di meno. E ti permette di rimanere nel gioco. Fidelity lo dice chiaro: "La migliore difesa contro correzioni e crisi è un portafoglio ben diversificato con un’allocazione di asset adatta al tuo orizzonte temporale." Non serve essere un esperto. Serve essere costante. E se ti chiedi se il mercato è in una correzione o in una crisi? Guarda le notizie. Se c’è un evento globale - una guerra, una pandemia, un collasso finanziario - allora è una crisi. Se c’è solo un dato economico deludente o un aumento dei tassi, è una correzione. E se non lo sai? Allora non vendere. Aspetta. Il mercato ti dirà da solo cosa sta succedendo. Non hai bisogno di indovinare. Hai bisogno di resistere.Il futuro: più volatilità, ma sempre lo stesso principio
Con gli algoritmi, i social media e il trading ad alta frequenza, i mercati potrebbero diventare più reattivi. Un calo del 10% potrebbe arrivare in un’ora. Una notizia falsa potrebbe scatenare un panico in pochi minuti. Ma la regola fondamentale non cambia: i mercati si riprendono. Le correzioni si chiudono. Le crisi, anche le più violente, finiscono. La storia lo ha dimostrato. L’11% annuo non è un’illusione. È un dato. L’unica cosa che ti separa dal successo a lungo termine non è la tua conoscenza. È la tua capacità di non reagire. Di non vendere. Di non cedere alla paura. Il mercato non ti chiede di essere un genio. Ti chiede di essere paziente. Di essere coerente. Di non lasciarti guidare dall’emozione. E se domani il mercato scenderà del 15%? Non preoccuparti. Semplicemente, aspetta. Perché la prossima volta che guarderai il tuo portafoglio, probabilmente sarà più alto di prima.Una correzione di mercato è la stessa cosa di un bear market?
No. Una correzione è un calo del 10% al 20% dai massimi recenti. Un bear market è un calo del 20% o più. Tutte le crisi portano a un bear market, ma non tutte le correzioni lo fanno. Una correzione è temporanea. Un bear market è più profondo e dura più a lungo - in media 1,5 anni.
Quanto tempo ci mette un mercato a riprendersi dopo una correzione?
In media, una correzione raggiunge il fondo in cinque mesi e si riprende completamente in quattro mesi. Questo significa che, da quando inizia a scendere, il mercato torna ai massimi in circa nove mesi. Molti investitori vendono prima di questo periodo e perdono la ripresa.
Le crisi di mercato sono più comuni oggi di prima?
No. Le crisi vere e proprie - con cali superiori al 20% in pochi giorni - sono ancora rare. Dal 1926 al 2020, ci sono state solo otto. Tuttavia, la velocità con cui i mercati reagiscono oggi è maggiore a causa dei social media e del trading algoritmico. Ciò può far sembrare che le crisi siano più frequenti, ma la loro natura fondamentale non è cambiata.
Dovrei vendere le azioni durante una crisi per evitare perdite?
Vendere durante una crisi è una delle scelte più costose che un investitore possa fare. I mercati si riprendono sempre - anche dopo il crollo del 1929 o il 2020. Chi ha venduto nel 2020 ha perso la ripresa più veloce della storia. Chi ha mantenuto le azioni ha visto il portafoglio raddoppiare in due anni. Il mercato premia chi resta.
Cosa posso fare per prepararmi a una crisi di mercato?
Costruisci un portafoglio diversificato con azioni, obbligazioni e forse qualche asset alternativo. Non mettere tutto in un’unica azione o settore. Assicurati che la tua allocazione sia adatta al tuo orizzonte temporale. Se non hai bisogno del denaro nei prossimi 5-10 anni, puoi affrontare qualsiasi calo. E tieni sempre un po’ di liquidità per non essere costretto a vendere in momenti di panico.