Calcolatore di Investimento BRICS
Calcola il tuo potenziale rendimento BRICS
Scopri come i paesi BRICS stanno trasformando i mercati globali. Questo calcolatore ti aiuta a stimare i rendimenti potenziali degli investimenti nei paesi BRICS in base alle loro prospettive economiche.
Se pensi che gli investimenti globali siano ancora dominati da Stati Uniti, Europa e Giappone, ti stai perdendo una rivoluzione in corso. Dal 2024, il blocco BRICS - Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica - ha assunto una nuova forma, più potente e più complessa di quanto mai sia stato prima. Non è più solo un acronimo inventato da Goldman Sachs nel 2001. È un blocco economico con banche proprie, progetti infrastrutturali da decine di miliardi, e una popolazione che supera quella di tutti i paesi del G7 messi insieme.
BRICS oggi: non solo i cinque originari
Il 2024 ha segnato un punto di svolta. A partire da gennaio, quattro nuovi paesi sono entrati a far parte del gruppo come membri a pieno titolo: Egitto, Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti. Poi, nel gennaio 2025, si è aggiunta l’Indonesia. Ora il nucleo centrale conta nove paesi. E non finisce qui: altri nove sono partner ufficiali, tra cui Nigeria, Thailandia, Kazakhstan e Uzbekistan. Insieme, questi paesi rappresentano il 55% della popolazione mondiale e il 46% del PIL globale in termini di parità di potere d’acquisto (PPP). Per confronto, il G7 - l’altra grande alleanza - conta solo il 9,7% della popolazione e il 29,7% del PIL nominale.Perché BRICS conta per gli investitori
Non si tratta solo di numeri. BRICS controlla interi settori chiave dell’economia globale. La Cina e l’India producono oltre il 50% del riso mondiale. Brasile e Cina insieme generano quasi il 30% del mais globale. L’Iran, la Russia, la Cina, gli Emirati e il Brasile sono tra i primi dieci produttori mondiali di greggio, con una produzione combinata di 30 milioni di barili al giorno. E l’Indonesia, la Malaysia e la Thailandia - queste ultime due ora partner BRICS - producono l’89% dell’olio di palma mondiale. Questo significa che quando investi in alimenti, energia o materie prime, stai già entrando in contatto con l’economia BRICS. Ma c’è di più. Il blocco ha creato la New Development Bank (NDB), una banca di sviluppo con 100 miliardi di dollari in capitale iniziale. Fino al 2024, ha finanziato 91 progetti per un totale di 34,4 miliardi di dollari, principalmente in infrastrutture e energie rinnovabili. I tempi di approvazione sono più rapidi rispetto alla Banca Mondiale: 18 mesi contro 24. E non chiedono condizioni politiche come spesso accade con i prestiti occidentali.La battaglia per il denaro: de-dollarizzazione o business as usual?
Una delle grandi promesse di BRICS è quella di ridurre la dipendenza dal dollaro USA. Ma qui i membri non sono tutti d’accordo. La Cina e la Russia vogliono passare a transazioni in valute locali. L’India e il Brasile sono più cauti. Il risultato? Il Trade Finance Facility, lanciato nel 2023 con 10 miliardi di dollari di fondi, ha gestito solo 850 milioni di transazioni in due anni. Perché? I sistemi di cambio tra rupia, real, rublo, yuan e rand sono troppo complessi. Le banche centrali non hanno ancora un sistema comune. Questo non significa che la de-dollarizzazione stia fallendo. Significa che è lenta. Ma sta succedendo. Nel 2024, gli scambi commerciali all’interno del blocco BRICS hanno raggiunto 624 miliardi di dollari, con un aumento del 34% rispetto al 2020. Non è ancora molto rispetto al totale del commercio estero dei membri (solo il 18%), ma è un trend in crescita. E i paesi più grandi - Cina, India, Brasile - stanno già facendo pagamenti in yuan o rupia per energia e grano.
Chi guida BRICS? Il peso di Cina e Russia contro l’India
Non c’è un leader ufficiale, ma chi ha più potere? La Cina. Ha il più grande PIL, la banca più forte, e la maggiore influenza politica. La Russia, isolata da sanzioni occidentali, si è avvicinata ancora di più a Pechino. Ma l’India è un fattore di equilibrio. Nuova Delhi non vuole essere un satellite della Cina. Ha firmato accordi di difesa con gli Stati Uniti, e nel 2024 ha bloccato due proposte della Cina per aumentare il potere decisionale di Pechino all’interno della NDB. Questo crea un paradosso: BRICS è più unito economicamente che politicamente. L’Etiopia ha ottenuto 1,2 miliardi di dollari dalla NDB per costruire una ferrovia. L’Egitto ha finanziato progetti idrici. Il Brasile ha ricevuto fondi per reti elettriche rinnovabili. Ma quando si tratta di prendere una posizione su Taiwan, la Siria o l’Ucraina, i membri si dividono. L’India non partecipa alle esercitazioni militari con la Russia. Il Sudafrica cerca di mantenere relazioni con l’Occidente. E l’Iran e la Russia sono sotto sanzioni.Perché gli investitori dovrebbero prestare attenzione
Se sei un investitore, non puoi ignorare BRICS. Perché? Tre ragioni concrete:- Dimensione del mercato: 4 miliardi di persone che stanno diventando sempre più ricche. Il PIL di India e Indonesia cresce al 6-7% l’anno. Il Brasile ha un mercato di consumo di 210 milioni di persone.
- Accesso alle risorse: Se vuoi investire in metalli rari, petrolio, grano, zucchero o energia solare, BRICS è il tuo punto di partenza. La Cina controlla l’80% della produzione mondiale di terre rare. Il Brasile ha il più grande giacimento di litio in America Latina.
- Infrastrutture in costruzione: La NDB sta finanziando dighe, ferrovie, reti elettriche e porti in Africa e Asia. Questi progetti creano opportunità per aziende che forniscono tecnologia, costruzioni, software e servizi logistici. Non devi investire direttamente nei paesi BRICS: puoi investire nelle aziende che li servono.
Il futuro: cosa succederà nel 2025 e oltre
Nel 2025, il Brasile ha assunto la presidenza del blocco. I suoi obiettivi? Ridurre del 25% i costi delle transazioni commerciali entro il 2027, creare un sistema comune per l’energia rinnovabile (con un obiettivo di 50 miliardi di dollari entro il 2030), e lanciare una piattaforma digitale per la salute pubblica. Inoltre, la Nigeria è entrata come partner, e il Vietnam ha avviato negoziati per un accordo strategico. Secondo Goldman Sachs, entro il 2032 il PIL combinato dei paesi BRICS supererà quello del G7 in termini nominali. Ma non sarà una vittoria facile. I problemi interni restano: differenze politiche, mancanza di una moneta comune, burocrazia lenta, e sanzioni che complicano i rapporti con l’Occidente. Tuttavia, una cosa è chiara: il mondo non è più a un solo polo. Il potere economico si sta spostando. E chi non capisce BRICS, non capisce dove va il denaro globale.Quale paese BRICS offre le migliori opportunità per gli investitori?
Non esiste una risposta unica. Dipende da cosa cerchi:- Cina: Il migliore per tecnologia, manifattura e supply chain. Ma rischi regolatori alti e tensioni geopolitiche.
- India: Il migliore per consumo, servizi IT e demografia. Cresce veloce, ma la burocrazia è lenta e l’infrastruttura è carente.
- Brasile: Il migliore per materie prime, energia pulita e agricoltura. Ha un mercato interno enorme, ma la stabilità politica è incerta.
- Russia: Il migliore per energia e metalli. Ma le sanzioni lo rendono rischioso per la maggior parte degli investitori occidentali.
- Sudafrica: Il migliore per accesso all’Africa. Ha il mercato più sviluppato del continente, ma la crescita è stagnante e la disuguaglianza è alta.
Le tre mosse da fare ora
Se vuoi sfruttare il potenziale di BRICS, non devi comprare azioni di aziende russe o iraniane. Ecco cosa puoi fare:- Investi in ETF che coprono i mercati emergenti BRICS: Esistono fondi che raccolgono azioni di aziende nei cinque paesi originali. Sono più sicuri che comprare singole azioni.
- Guarda alle aziende che forniscono tecnologia ai progetti BRICS: Fornitori di pannelli solari, software per logistica, costruttori di ferrovie, aziende di irrigazione. Queste sono le vere vincitrici.
- Monitora i progetti della New Development Bank: Ogni anno pubblicano i finanziamenti approvati. Se un paese sta ricevendo fondi per una centrale idroelettrica, le aziende che costruiscono turbine o trasmettono energia ne beneficeranno.
Non è un gioco da giocare con la fretta. BRICS non è un’opportunità di guadagno rapido. È un cambiamento strutturale. E chi lo capisce oggi, avrà vantaggi nei prossimi dieci anni.
BRICS è un blocco militare?
No, BRICS è un’alleanza economica e diplomatica, non militare. Non ha un comandante unico, non organizza esercitazioni congiunte e non ha un trattato di difesa reciproca. Anche se Russia e Cina fanno esercitazioni insieme, lo fanno separatamente dal blocco. L’obiettivo principale è la cooperazione commerciale, finanziaria e infrastrutturale.
Posso investire direttamente nei paesi BRICS?
Sì, ma con attenzione. Paesi come India e Brasile hanno mercati azionari aperti e trasparenti. Cina ha un mercato grande ma controllato dal governo. Russia e Iran sono quasi inaccessibili per gli investitori occidentali a causa delle sanzioni. Il modo più sicuro è attraverso ETF o fondi internazionali che gestiscono il rischio per te.
BRICS vuole sostituire il dollaro USA?
Non lo vuole sostituire subito, ma ridurne la dipendenza. L’obiettivo è avere più opzioni: pagare in yuan, rupia, real o rublo quando possibile. Il dollaro rimarrà dominante per anni, ma la sua egemonia sta diminuendo. BRICS sta costruendo le alternative, non distruggendo il sistema esistente.
Perché l’India partecipa se è in conflitto con la Cina?
Perché l’India ha bisogno di investimenti, tecnologia e mercati. BRICS le dà accesso a risorse energetiche russe, infrastrutture cinesi e investimenti dal Brasile e dal Sudafrica. Inoltre, è un’importante piattaforma per parlare con l’Africa e il Medio Oriente. L’India non vuole scegliere tra Cina e Occidente: vuole giocare entrambi i lati.
BRICS è più potente della Banca Mondiale?
Per ora, no. La Banca Mondiale ha 500 miliardi di dollari in attivi e un network globale. Ma la NDB è più veloce, meno condizionata e più focalizzata sui bisogni dei paesi in via di sviluppo. In Africa e in Asia, molti governi preferiscono la NDB perché non chiede riforme politiche. La differenza non è nella grandezza, ma nell’approccio.
Stefano Dimitrijevic
novembre 25, 2025 AT 22:40Guarda, ho seguito questo sviluppo da anni e devo dire che la NDB sta facendo un lavoro più concreto di quanto molti credano. Ho lavorato su un progetto idroelettrico in Etiopia con un consorzio italiano e ho visto di persona come i tempi di approvazione sono più veloci e le condizioni meno stringenti rispetto alla Banca Mondiale. Non è perfetto, ma è un’alternativa reale. E poi, il fatto che stiano costruendo reti elettriche rinnovabili in Brasile e ferrovie in Indonesia significa che le aziende italiane specializzate in ingegneria civile e energie pulite hanno un mercato enorme davanti. Non serve investire direttamente nei paesi BRICS: basta guardare chi gli fornisce le macchine, il software e i materiali.
Il vero problema non è il dollaro, ma la mancanza di standard comuni tra le valute locali. La rupia e il real non sono ancora interoperabili, e le banche centrali non parlano la stessa lingua. Ma questo si risolverà col tempo. L’importante è che il cambiamento è già in atto, e chi aspetta il momento perfetto per entrare, lo perderà.