Quando investi in aziende australiane, il CDR Australia, il Certificate of Deposit Record, è il documento che garantisce la proprietà delle azioni detenute all'estero attraverso un intermediario. È come un ricevuta digitale che ti dice: "Sì, quelle azioni di BHP o Rio Tinto che hai comprato sono davvero tue". Senza CDR, non hai diritto ai dividendi, né puoi votare nelle assemblee. E se non capisci come funziona, rischi di perdere fino al 30% dei tuoi guadagni in tasse.
I dividendi australiani, pagamenti in denaro che le aziende distribuiscono agli azionisti sono famosi per essere alti e spesso accompagnati da franking credits, crediti d’imposta che riducono la tassazione finale per gli investitori australiani. Ma se sei un investitore estero, questi crediti non ti servono. Invece, devi combattere contro la ritenuta d’acconto del 30% sul dividendo. Fortunatamente, l’Italia ha un trattato fiscale, un accordo con l’Australia che riduce la tassa sul dividendo dal 30% al 15%. Basta presentare il modulo corretto al tuo broker per applicarlo. Non farlo, e paghi il doppio.
Il CDR Australia non è solo un passaggio burocratico: è la chiave per accedere a un mercato che ha azioni con rendimenti sostenibili, aziende solide e un sistema finanziario affidabile. Ma non basta comprare azioni australiane. Devi capire dove metterle: in un conto tassabile? In un fondo pensione? In un conto estero? La scelta influenza quanto ti rimane dopo le tasse. Ecco perché troverai qui guide su come posizionare questi investimenti per massimizzare il rendimento netto, come richiedere il credito d’imposta, e perché alcuni broker sono migliori di altri per gestire i CDR.
Non si tratta di teoria. È un problema reale che affrontano migliaia di investitori italiani ogni anno. Alcuni perdono centinaia di euro per non aver compilato un modulo. Altri non sanno che il 15% è il massimo che devono pagare. Qui trovi tutto ciò che serve per non sbagliare: come funziona il sistema, cosa chiedere al tuo broker, quali documenti conservare, e come evitare le trappole che ti fanno pagare di più di quanto dovresti. Non è complicato. È solo poco conosciuto. E ora lo sai.
L'Australia ha creato il Consumer Data Right (CDR) per dare ai consumatori il controllo sui propri dati finanziari. Scopri come le fintech possono sfruttarlo, i costi e le sfide reali, e le lezioni per chi vuole entrare in questo mercato.
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