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:: Oggi è Sabato 5 Marzo 2005 ::

- Materie : : : Agraria

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1. Introduzione
L'Agraria è quel complesso di scienze e tecniche relative più in particolare all'agricoltura, possiamo quindi dire che l'agricoltura è contemporaneamente arte, scienza e industria della coltivazione delle piante. In senso lato, comprende la coltivazione del suolo, la cura e la raccolta delle piante coltivate, la selezione e l'allevamento del bestiame per ottenere carne e latte, e la silvicoltura.

Per l’alimentazione umana rivestono un ruolo fondamentale i cereali, come il riso, l'orzo, il mais e la segale, e colture quali la canna e la barbabietola da zucchero. Gli animali vengono allevati perché forniscono carne, latte e prodotti derivati dalla sua lavorazione e uova. Rilevanti sono anche gli ortaggi e i frutti destinati all’alimentazione umana, e le colture foraggere per l'alimentazione animale. Inoltre, sono di importanza commerciale le coltivazioni di piante non alimentari come l’albero della gomma, le piante da fibre quali il lino e il cotone, il tabacco, i semi oleosi utilizzati per le produzioni chimiche e gli animali allevati per la pelle o la pelliccia.
Spesso il mercato delle esportazioni di un paese si basa su un singolo genere di prodotti: ad esempio, il principale prodotto dello Sri Lanka è il tè, l'Australia è specializzata nella produzione di lana, mentre la Nuova Zelanda e l'Argentina esportano principalmente carne. I diversi paesi possono esportare uno o più prodotti agricoli perché la produzione eccede le esigenze del mercato interno o perché tali prodotti sono caratteristici del paese esportatore e ne costituiscono una importante risorsa economica. canadadrugs.com

L’agricoltura è oggetto di interessi sovranazionali, disciplinati da organismi come l'Unione Europea. Dopo l’accordo internazionale noto come GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), sciolto nel 1994, la WTO (World Trade Organization), adeguandosi al processo di globalizzazione dei mercati, ha previsto anche per le derrate agricole l'abolizione graduale di molte delle misure protezionistiche adottate da diversi paesi per tutelare i propri prodotti agricoli, esponendo alcuni sistemi agricoli, fra cui quello europeo, a una concorrenza sui prezzi assai difficile da sostenere.
In Italia la superficie agricola è in diminuzione e le attività agricole si caratterizzano per il crescente invecchiamento della popolazione rurale; nel 1998 l’agricoltura ha fornito solo il 3% del PIL, il Prodotto interno lordo. Solo un secolo fa oltre il 90% della popolazione italiana viveva di agricoltura e delle attività connesse, ma già negli anni Trenta del XX secolo la percentuale era dimezzata; nel 1970 essa raggiungeva il 20%, per attestarsi agli inizi degli anni 1990 su un valore dell'8,5%. Benché una situazione simile, caratterizzante molti dei paesi più evoluti, comporti una perdita di rilevanza politica e sociale, il mondo rurale mantiene ancora il suo ruolo nel rifornire di alimenti l'umanità pur trovandosi ad affrontare una serie di problemi e di situazioni di grande complessità.

2. Cenni Storici
Le prime pratiche agricole si collocano nel Neolitico e vengono identificate con l'abbandono dello stile di vita nomade basato sulla caccia e la raccolta, con lo sviluppo di insediamenti stabili e con il primo utilizzo di recipienti in terracotta per la cottura e la conservazione dei cibi. L'inizio dell'agricoltura, detto anche rivoluzione neolitica, avvenne circa 10.000 anni fa in Medio Oriente, 8000 anni fa in Cina e probabilmente alcune migliaia di anni più tardi in America

Agricoltura neolitica
Un drastico incremento demografico alla fine dell'era glaciale, avversità climatiche, una ridotta cacciagione e una minore disponibilità di frutti selvatici furono probabilmente le principali cause che spinsero l’uomo a intraprendere l’attività agricola. In molte parti del mondo, le prime forme di agricoltura e allevamento convissero per lunghissimi periodi con la caccia e la raccolta; si può affermare che, in alcune isolate parti del mondo, la rivoluzione agricola del Neolitico non sia ancora terminata.
Il frumento, l'orzo e alcuni legumi vennero coltivati originariamente in Medio Oriente, probabilmente in Egitto, da dove si diffusero in Europa. L'olivo, diventato rapidamente una delle piante più importanti del bacino del Mediterraneo, probabilmente era già coltivato circa 8000 anni fa. Nel Nord Africa già nel 6000 a.C. erano presenti colture di specie indigene come il sorgo e il miglio, e piante introdotte nello stesso periodo dall’Asia occidentale, quali il grano e l’orzo. In Asia meridionale e orientale erano coltivati riso, miglio, cereali e radici, mentre nel nord della Cina 7000-8500 anni fa erano presenti colture di miglio e cavolo. Nella Cina meridionale circa 7000 anni fa vi erano coltivazioni di riso, che si diffuse nella Cina settentrionale 5000 anni fa e raggiunse Corea e Giappone 1000 anni più tardi. Pollini e altri reperti botanici fossili sembrano indicare la comparsa di colture di mais in Sud America circa 8000 anni fa.
Nel Nord Europa, dove si utilizzava la tecnica del debbio (bruciatura dei residui colturali, con il conseguente problema della progressiva riduzione della materia organica) gli insediamenti non erano stabili, a differenza di quelli sorti lungo il Nilo, che potevano godere di un’elevata fertilità del terreno; ciò in virtù del fertile limo depositato progressivamente dalle acque del fiume.

Attrezzi agricoli
I primi attrezzi agricoli erano costruiti in legno e pietra. Fra gli altri, si ricordano l'ascia in pietra, una sorta di falce per raccogliere i cereali fatta con pietre assottigliate a lama, e il primo rudimentale aratro, costruito con un ramo d'albero modificato e utilizzato per solcare la superficie del suolo prima della semina. In seguito, l'aratro fu adattato per essere trainato dai buoi e subì successive modificazioni.

Progressi nelle pratiche agricole
Con la fine del periodo neolitico si aprì l'era del perfezionamento delle conoscenze acquisite. Nel Nord Europa la segale e l'avena vennero coltivate a partire dal 1000 a.C. circa. Molti frutti e verdure, fra i quali cipolle, meloni e cetrioli, erano già coltivati dal III millennio a.C. in Mesopotamia. Datteri e fichi erano un'importante fonte di zucchero in Medio Oriente; mele e pesche erano coltivate nell'area del Mediterraneo. Il cotone veniva coltivato e filato in India già dal 2000 a.C. e nello stesso periodo il lino e la seta erano ampiamente utilizzati in Cina. Il cavallo, introdotto in Egitto intorno al 1600 a.C., era già noto in Mesopotamia e Asia Minore.
L'aratro con punta metallica trainato dai buoi, di cui si ha notizia dal X secolo in Palestina, diede grande impulso all'agricoltura. In Palestina e Mesopotamia la trebbiatura veniva effettuata sfruttando la forza animale, mentre la mietitura, la legatura e la setacciatura venivano ancora eseguite manualmente.
I romani praticavano diverse tecniche quali il maggese, il debbio, il sovescio delle colture, la letamazione. La vastità dei possedimenti romani consentiva loro di coltivare i cereali nelle colonie disseminate nel Mediterraneo, e diverse essenze arboree. La villa romana degli ultimi periodi della Roma cristiana era organizzata in modo simile al castello medievale, e schiavi e fittavoli erano forzati a lavorare seguendo ordini dati dal proprietario, il quale riceveva una percentuale predeterminata dei raccolti.

Il periodo feudale
Con la caduta dell’Impero romano, l’arte agricola decadde e s’impose un sistema autarchico; il periodo feudale, che raggiunse il suo apice intorno al 1100 d.C., vide nel feudo la costituzione di una comunità a sé stante, con al centro l'imponente dimora del signore e attorno uno o più villaggi, abitati da contadini indissolubilmente legati alle terre del feudo. I feudi più grandi avevano un mulino per macinare i cereali, un forno per cuocere il pane, un vivaio di pesci, orti, frutteti e torchi per l'uva o le olive. Il metodo di coltivazione era rigidamente prescritto. La terra coltivabile era divisa su tre aree in rotazione: la prima seminata in autunno con frumento o segale; la seconda seminata in primavera con orzo, segale, avena, fagioli o piselli; la terza lasciata a maggese, cioè a riposo. Ogni area era a sua volta divisa in strisce senza siepi o staccionate per separare una striscia dall'altra. Quest'epoca vide anche lo sviluppo dell'impero bizantino e del potere dei saraceni in Medio Oriente e nel Sud dell'Europa.

La dominazione araba
Nel periodo della dominazione araba in Egitto e Spagna, l'irrigazione fu estesa a terreni prima sterili o improduttivi. In Spagna vennero piantate viti su terreni scoscesi e l'acqua per l'irrigazione veniva portata dalle montagne alla pianura. Venivano coltivati il riso, la canna da zucchero, il cotone, gli spinaci e i carciofi, come pure il pregiatissimo zafferano, mentre il baco da seta era allevato insieme al gelso, le cui foglie sono l’alimento principale di questa larva.
Le crociate incrementarono le occasioni di incontro con la cultura islamica da parte degli europei, che poterono così conoscere gli agrumi, la seta e i tessuti di cotone. Le fibre tessili utilizzate erano la lana, per cui venivano allevate pecore, e il lino, la cui pianta veniva coltivata anche per ricavarne l'olio. I cavalli e i buoi venivano utilizzati come animali da tiro.

La crescita dell’industria tessile
La crescita dell'industria tessile rese l'allevamento delle pecore più redditizio in Inghilterra, nelle Fiandre, nella Champagne, in Baviera e, in Italia, in Toscana e Lombardia. Contemporaneamente le aree attorno alle città medievali si specializzarono nella produzione di verdure orticole e prodotti lattiero-caseari.
Il sistema feudale fu duramente colpito dalle guerre europee del XIV e XV secolo e dalle grandi epidemie di peste del XIV secolo, quando molti villaggi vennero rasi al suolo e gran parte delle terre coltivabili fu abbandonata. Ciononostante, nell'Italia meridionale l'irrigazione permise di aumentare la produzione dei terreni più fertili e l'attenzione quasi esclusiva riservata ai cereali lasciò il posto a una maggiore diversificazione delle colture, comprendenti prodotti come ortaggi, viti e ulivi, e alla produzione di vino, olio e formaggio.

Agricoltura nelle colonie
Attorno al 1500 con le prime spedizioni degli esploratori europei nel resto del mondo vennero fondate le prime colonie, dove furono impiantati insediamenti agricoli sia per dare nutrimento ai coloni, sia per produrre colture finalizzate al commercio e all'approvvigionamento alimentare della madrepatria. Le colture e i prodotti principali comprendevano canna da zucchero, cotone e tabacco, come pure lana e pellami; in particolare, un contributo fondamentale alla crescita dell’agricoltura europea venne dall’introduzione di colture quali il granturco e la patata.

Perfezionamento dell’aratro e nuovi strumenti
In Inghilterra nel XVIII secolo la cosiddetta “rotazione quadriennale di Norfolk”, che alternava la coltivazione di cereali, ortaggi, legumi e piante foraggere, accrebbe i rendimenti agricoli; in particolare, l’utilizzo delle piante foraggere consentì un netto miglioramento dell’allevamento dei bovini. Perfezionamenti meccanici del tradizionale aratro in legno furono registrati nel Seicento, con l'introduzione di piccole punte di ferro fissate al legno con strisce di cuoio e con l'invenzione, nel 1797, dell'aratro in ghisa con versoio, che consentiva di girare il terreno e di romperlo, spingendolo sul lato. Attorno al 1830 si iniziarono a produrre aratri in acciaio. Al primo Settecento risale l'invenzione della prima seminatrice di precisione cui seguirono trebbiatrici, coltivatori, falciatrici e rastrelli trainati da cavalli. Dalla fine del 1800, alla trazione animale si sostituì la propulsione a vapore; con la rivoluzione industriale e la concentrazione di grandi porzioni della popolazione nei centri urbani, la richiesta di alimenti per i lavoratori urbani e di materie prime per i processi industriali determinò nuovi assetti economico-sociali. Le innovazioni scientifiche e tecnologiche, introdotte da quel momento in agricoltura, posero le basi dell'esplosione dell'agricoltura intensiva.

La meccanizzazione
Nel XVII e XVIII secolo si registrarono i primi tentativi sistematici di controllo delle infestanti. Importanti effetti sull'agricoltura ebbero i progressi nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, che permisero agli agricoltori di ottenere le forniture necessarie e di commercializzare i loro prodotti su aree più vaste.
La meccanizzazione, il cui sviluppo ha contrassegnato la fine del XIX secolo e tutto il XX, ha sollevato gli agricoltori dai lavori più gravosi e ha cooperato a incrementare l'efficienza e la produttività delle attività agricole.

Il XX secolo
Nel XX secolo apporti significativi sono giunti dalla chimica: la diffusione di fitofarmaci e diserbanti ha consentito, pena l’alterazione di importanti equilibri biologici, di incrementare notevolmente le rese. Importanti scoperte e applicazioni pratiche sono state fatte nella genetica, impiegata per la selezione di animali e piante con caratteristiche desiderate dall’uomo.
L'esplosione demografica del secondo dopoguerra ha indotto l’espansione del settore agricolo. La cosiddetta rivoluzione verde, che ha visto la selezione di varietà agricole più produttive e l'introduzione di metodi colturali intensivi, adatti al clima e alle condizioni colturali di zone densamente popolate come l'India, per un certo periodo ha fatto fronte alla richiesta di maggiori quantità di cibo da parte dell'aumentata popolazione mondiale.
Nel 1957 è entrata in vigore la Politica agricola comunitaria (Pac) con diversi obiettivi, quali incrementare la produttività dell’agricoltura, garantire un reddito equo alla popolazione agricola e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. L’Unione europea, nata nel 1993, ha confermato gli orientamenti della precedente Pac sostenendo direttamente i prezzi dei prodotti agricoli, senza realizzare un sostanziale miglioramento delle strutture produttive agricole. Questa politica dei prezzi, applicata sull’intero mercato comunitario, ha portato all’abolizione dei dazi doganali, alla costituzione di barriere commerciali nei confronti dei prodotti provenienti da paesi non comunitari e alla creazione del Fondo europeo di orientamento e garanzia agricola (Feoga) con lo scopo di finanziare la politica comunitaria. Negli anni Ottanta, la Pac è entrata in crisi a causa degli alti costi di gestione, per un eccesso di offerta di prodotti non sostenuta da un’adeguata domanda, per le pressioni esercitate dai paesi non comunitari al fine di vendere i loro prodotti in sede comunitaria. La nuova politica comunitaria ridefinita nell’“Agenda 2000” del 1997 ha cercato di migliorare la competitività del settore agricolo abbassando i prezzi, di assicurare la qualità dei prodotti agricoli, garantire i redditi agricoli e far sì che l’agricoltura si configuri anche come attività in grado di tutelare l’ambiente.
L'agricoltura moderna, dopo aver registrato livelli produttivi molto elevati, si è trovata ad affrontare problemi differenti, quali l'inquinamento, determinato dall'uso indiscriminato di prodotti chimici, e la riduzione di biodiversità della maggior parte delle colture. La nuova politica agricola comunitaria ha quindi deciso di migliorare strutturalmente le imprese agricole, supportandole in ogni miglioramento qualitativo da esse effettuato: per il periodo 2000-2006 sono stati previsti finanziamenti per la riforestazione, per la produzione biologica e di qualità, per la coltivazione e l’allevamento effettuati nel rispetto dell’ambiente, per la creazione di attività complementari all’agricoltura quali l’agriturismo.



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