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1. Introduzione
L'Antropologia è lo studio delle caratteristiche fisiche, delle culture e delle forme di organizzazione sociale dell'essere umano. Il campo di indagine dell'antropologia si divide in due ambiti principali: l'antropologia fisica, rivolta allo studio dell’uomo come specie zoologica, e l'antropologia culturale, che studia le culture e le forme di organizzazione sociale dei diversi gruppi umani.
Sviluppatasi in seno allo studio delle culture cosiddette "primitive", l'antropologia contemporanea ha esteso la sua indagine anche alle moderne culture occidentali. Centrali, nel suo metodo, sono il lavoro sul campo e la raccolta di testimonianze dirette sulla cultura, i costumi, le tradizioni e la struttura delle società esaminate.
2. Nascita della Disciplina
Fin dai tempi antichi, viaggiatori e studiosi hanno raccolto e tramandato informazioni sulle varie culture conosciute. Lo storico greco Erodoto, ad esempio, si interrogò sulle organizzazioni sociali e familiari e le pratiche religiose dei popoli incontrati nei suoi viaggi, dandone un’attendibile descrizione. Con un simile spirito lo storico romano Tacito, nel primo secolo della nostra era, descrisse nella Germania i costumi, le istituzioni e i riti delle varie tribù germaniche. americarx.com
In epoca moderna, le relazioni e le testimonianze di esploratori, religiosi e mercanti – tra cui ad esempio Marco Polo, che compì un lungo viaggio in Oriente tra il 1271 e il 1295 – diedero un importante contributo alla conoscenza di popoli extraeuropei.
Con le grandi esplorazioni, che ebbero inizio nella seconda metà del XV secolo, l'incontro con le culture americane, africane e asiatiche rivoluzionò la visione della storia dell’uomo. Nel XVIII secolo gli illuministi francesi avanzarono ipotesi sull’evoluzione dell’uomo e delle società che si scontravano con le narrazioni bibliche e con il dogma teologico della creazione.
Gli studi antropologici si moltiplicarono nel corso del XIX secolo, anche a seguito di importanti scoperte. Infatti, alla metà del secolo vennero rinvenuti i fossili dell'uomo di Neanderthal in Germania e i resti dell'uomo di Giava (Homo erectus o Pithecanthropus erectus), che fornirono testimonianze del lunghissimo processo evolutivo dell’uomo. Tra gli altri studiosi, Charles Darwin proprio in quegli anni pubblicava L’origine delle specie (1859). Vedi anche Evoluzionismo e neoevoluzionismo.
Lewis Henry Morgan adottò la ricerca sul campo come metodo specifico della ricerca antropologica e compì approfonditi studi sull’organizzazione sociale e politica degli irochesi, traendone preziose informazioni sul sistema di parentela dei nativi americani. Per Morgan lo sviluppo delle società sarebbe stato scandito dal passaggio da un primitivo stadio "selvaggio" a uno "barbarico" (caratterizzato dall’allevamento degli animali e dall’agricoltura), fino al raggiungimento della "civiltà", coincidente con l'introduzione dell'alfabeto. Lo studioso britannico Edward Burnett Tylor, considerato un altro padre della disciplina, studiò in particolare le religioni e fu un sostenitore del metodo comparativo dei dati etnografici.
Bronislaw Malinowski introdusse l'approccio funzionalista negli studi antropologici – affermando che le singole istituzioni umane devono essere esaminate nel contesto complessivo della cultura che le ha prodotte – e fu uno dei primi antropologi a vivere con le popolazioni oggetto dello studio, gli abitanti delle isole Trobriand, imparandone la lingua e le abitudini. All'evoluzionismo di Morgan e al funzionalismo di Malinowski Claude Lévi-Strauss contrappose l'approccio strutturalista, mutuando metodologie sviluppate nel campo della linguistica per individuare le strutture costanti che sottendono la pluralità delle manifestazioni culturali, e contribuì in modo significativo allo studio dei sistemi elementari di parentela e all'analisi del mito.
3. Antropologia Fisica
Alla fine del XIX secolo si stabilì una demarcazione tra la disciplina antropologica che ha per oggetto la cultura dell’uomo e quella che ha per oggetto la sua biologia. Vennero così definiti i campi di indagine dell'antropologia fisica: l'evoluzione umana, la biologia umana, lo studio dell’uomo in rapporto con gli altri primati.
L'evoluzione umana
Ramo dell'antropologia fisica, la paleontologia umana studia l'ominazione, cioè il processo di evoluzione dai primati preumani all’uomo moderno. Questa disciplina ricevette grande impulso dal lavoro di una famiglia di paleoantropologi: Louis Seymour Leakey, la moglie Mary Leakey e il figlio Richard Leakey, cui si devono importanti scoperte che, confermate anche da ritrovamenti più recenti, portarono a rivedere e relativizzare la storia e le tappe dell'evoluzione biologica dell'uomo. I ritrovamenti di resti dell'Homo erectus, robustus, habilis e sapiens, attraverso tecniche di confronto fra dimensioni fisiche e capacità craniche, fra corredi di utensili e strumenti di lavoro, fra tipi di abitazione, hanno indotto a formulare l'ipotesi che l'evoluzione sia stata un processo non lineare e uniforme.
Biologia umana
Un altro ramo dell'antropologia fisica riguarda lo studio delle popolazioni contemporanee e delle loro caratteristiche fisiologiche, morfologiche e biologiche. Inizialmente mirati all'identificazione di "razze principali" e alla classificazione delle varie popolazioni, tali studi si basarono prima su caratteristiche fisiche esterne (il colore della pelle, dei capelli o degli occhi, la forma del cranio, la statura ecc.), poi, dall’inizio del XX secolo, anche sul gruppo sanguigno. Iniziati da Adolphe Quételet, questi studi raggiunsero, con il trattato di antropologia pubblicato nel 1914 dal tedesco Rudolf Martin e le ulteriori acquisizioni, negli anni Quaranta, dei suoi connazionali Egon Freiherr von Eickstedt (1892-1965) e Eugen Fischer (1874-1967), la loro massima ampiezza. Rivoluzionati dallo sviluppo della genetica, che contribuì a mostrare la relatività scientifica della nozione stessa di razza, gli studi si spostarono sui complessi modelli della genetica di popolazione.
Studio dei primati
Poiché gli esseri umani sono primati, lo studio di comportamenti, modelli di comunicazione, dinamiche demografiche, dieta e altre caratteristiche di altri primati (babbuini, scimpanzé e gorilla) fornisce agli antropologi degli elementi essenziali di comparazione. Jane Goodall osservò per anni il comportamento di scimpanzé in un parco nazionale della Tanzania, scoprendo che questi animali apprendevano l’uso di utensili semplici, in particolare di piccoli bastoni per procurarsi cibo (termiti e formiche), così come erano capaci di scagliare pietre e bastoni contro un obiettivo. I primati comunicano tra loro per mezzo di versi e di gesti. Gli studi sulla comunicazione e sulla vita sociale dei primati ci forniscono degli elementi per comprendere le prime fasi dell’evoluzione umana. Vedi anche Antropologia culturale e Etnologia.
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