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1. Introduzione L'Educazione fisica è l'attività educativa finalizzata a promuovere lo sviluppo e il benessere fisico dell'individuo. L'educazione fisica fa parte del curriculum scolastico dal livello prescolare a quello medio superiore. Comprende sport individuali e di squadra, ginnastica e, talvolta, danza.
Nei tempi antichi, l'educazione fisica comprendeva attività volte ad aumentare la forza, l'agilità e la resistenza del corpo. I greci consideravano il fisico come una sorta di tempio, in cui risiedevano la mente e lo spirito; le attività ginniche contribuivano a mantenere questo tempio funzionante e in buona salute.
Oggi l'educazione fisica comprende non solo le attività necessarie ad acquisire capacità e benessere duraturi, ma anche quelle che promuovono la cooperazione tra le persone e il gioco di squadra, elementi educativi di fondamentale importanza. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) considera la formulazione di adeguati programmi di educazione fisica come parte integrante delle proprie funzioni. In Italia, la formazione degli insegnanti di educazione fisica è affidata all'ISEF, l'Istituto superiore di educazione fisica, che gestisce un insieme di istituti di istruzione di grado universitario.
2. Sport
Introdotto in Italia nel XX secolo, il termine inglese sport deriva, analogamente alla parola italiana “diporto” (sopravvissuta solo in ambito letterario e in quello marinaresco e aeronautico per indicare le imbarcazioni e i velivoli di uso non commerciale), dal francese antico desport o déport ( “divertimento”, “svago”), designa le discipline e i giochi, individuali o di squadra, praticati a livello amatoriale o agonistico e regolati da norme codificate.
Lo sport, e non solo quello agonistico, è connesso all’idea della sfida o del confronto e ha come obiettivo l’ottenimento di un risultato (coprire una distanza, migliorare un tempo, superare un ostacolo, battere un avversario). In origine inteso prevalentemente come attività ludica, oppure come modo per curare la forma fisica, lo sport è diventato, soprattutto nel corso del XX secolo, una professione e un’impresa economica di elevata importanza. medstore-online.com
Classificazione degli Sport
Ogni tentativo di classificazione degli sport è reso difficoltoso dal fatto che una disciplina può appartenere nello stesso tempo a più categorie, a seconda del criterio di tipologizzazione scelto. È soltanto per tradizione dunque che si riconoscono sei categorie: gli sport “atletici o ginnici”, come l’atletica leggera, la ginnastica, la pesistica, il nuoto, il ciclismo ecc.; gli sport di “contrapposizione”, come il pugilato, la lotta, la scherma, il judo, il karate e le altre arti marziali; gli sport giocati con la palla, dal calcio al rugby, dalla pallacanestro alla pallamano e alla pallavolo, dal tennis al ping-pong, dalla pallanuoto al baseball; gli sport “motoristici” come l’automobilismo e il motociclismo; gli sport di “scivolamento”, come tutte le discipline dello sci alpino e nordico, il bob e il pattinaggio; e, infine, gli sport “nautici”, dalla vela allo sci nautico, dal surf al canottaggio e alla canoa.
Nel corso degli ultimi decenni sono nate e si sono affermate nuove discipline – come il beach-volley, la mountain-bike e lo snowboard, una sorta di surf sulla neve –, di cui alcune sono state accolte nel novero degli sport olimpici. Molte sono inoltre le discipline che si situano a cavallo tra lo sport e l’avventura esplorativa, come l’immersione subacquea, l’alpinismo, il volo a vela, il paracadutismo; o tra lo sport e il gioco di abilità, come il biliardo o il bowling.
Storia dello Sport
La pratica sportiva è attestata fin dall’antichità. Le origini delle discipline che diedero vita, nella Grecia classica, a manifestazioni di giochi rituali e collettivi (vedi Giochi panellenici e Giochi olimpici) si perdono nella notte dei tempi e rimandano ad abilità legate alla lotta per la sopravvivenza (la fuga da un pericolo, l’attraversamento di un corso d’acqua, il salto di un ostacolo, l’uso di lance e archi nella caccia, la lotta corpo a corpo contro il nemico). Con il tempo queste abilità vennero associate a celebrazioni collettive e assunsero un valore rituale.
I primi giochi olimpici, così detti perché disputati a Olimpia, città situata nella regione nordoccidentale del Peloponneso, risalgono all’anno 776 a.C. Si trattava di una manifestazione sportiva della durata di sei giorni, nel corso della quale si tenevano gare di atletica, combattimenti e concorsi ippici. Anche se la tradizione dei giochi olimpici sopravvisse fino al IV secolo d.C., con la decadenza del mondo classico, la pratica dello sport inteso come confronto competitivo rinacque solo nell’Ottocento. Prima di allora l’attività sportiva trovò spazio e applicazione nell’ambito della pratica militare: il tiro con l’arco, le giostre equestri, la scherma vennero a lungo intesi come mero addestramento all’arte della guerra. Al di fuori di questo campo furono rari i casi di diffusione di pratiche sportive, comunque dedicate esclusivamente ai passatempi di ristrette élite aristocratiche: ne sono un esempio il jeu de paume, archetipo del moderno tennis, presso la nobilità francese, oppure, in Scozia, il golf.
Le prime competizioni sportive moderne, con evidenti finalità agonistiche, ebbero luogo soprattutto in Inghilterra, e in genere nei paesi nordeuropei interessati dalla rivoluzione industriale. Alcune date segnano in modo significativo la nascita di illustri tradizioni sportive: nel 1829 si tenne la prima regata sul Tamigi tra le rappresentative studentesche delle università di Oxford e di Cambridge; nel 1843 fu fondato il primo club di rugby, gioco nato alcuni decenni primi nell’omonima città inglese; nel 1851, lungo le coste dell’Inghilterra meridionale, ebbe luogo la prima edizione della Coppa America di vela. In quell’epoca iniziarono a diffondersi, sempre in ambito anglosassone, il calcio, il tennis, la pallacanestro. Presto la ricerca della performance sul tempo o sullo spazio si associò al tradizionale confronto tra due contendenti, singoli o collettivi, e sempre più importante divenne il contributo della scienza e della tecnica sia nella misurazione dei risultati sia nel perfezionamento delle condizioni fisiche e tecniche degli atleti.
Nel 1892 il barone Pierre de Coubertin, membro dell’Unione delle società podistiche francesi, espose per la prima volta il progetto di riproporre in forma moderna i giochi olimpici. Nel 1894 la costituzione di un Comitato internazionale olimpico (CIO), composto da 13 membri designati dallo stesso de Coubertin, fu il primo atto ufficiale della rinascita delle Olimpiadi, organizzate due anni dopo, nel 1896, ad Atene, per confermare simbolicamente la loro derivazione dai giochi olimpici dell’antichità greca. La prima edizione registrò una partecipazione assai esigua (13 nazioni, per un totale di 255 atleti), e un limitato numero di prove in programma, ottenendo tuttavia un gran successo. Da quell’anno la manifestazione fu sempre organizzata con una cadenza quadriennale che subì interruzioni solo in occasione dei due conflitti mondiali.
Lo Sport come Professione
Le Olimpiadi contribuirono a una straordinaria diffusione dello sport agonistico. Nel corso del XX secolo le diverse discipline si organizzarono in federazioni nazionali e internazionali e diedero vita a calendari di eventi agonistici. Con il tempo la pratica sportiva divenne per l’atleta un’attività a tempo pieno. La competizione e la ricerca continua di miglioramento delle proprie prestazioni agonistiche comportarono sempre di più una seria preparazione psicofisica, da perseguire attraverso metodologie scientifiche che non lasciavano più spazio al dilettantismo. In ogni disciplina – da quelle che implicano l’utilizzo di mezzi meccanici (l’automobilismo, il ciclismo, lo sci), a quelle più “pure” (l’atletica, il nuoto) – si fece ricorso alla ricerca tecnologica, scientifica o medica per migliorare la preparazione fisica degli atleti, elaborare nuove tecniche e strategie di allenamento e di gioco, realizzare nuovi materiali da impiegare nella costruzione degli strumenti e degli impianti sportivi.
Fermamente legate al principio fondatore del dilettantismo, le autorità sportive internazionali si opposero a lungo all’idea che un atleta potesse essere pagato per svolgere l’attività agonistica. Mentre a partire dal secondo dopoguerra alcuni sport si adeguarono ai principi del professionismo (il tennis, il golf, il calcio, l’automobilismo), gli sport olimpici tradizionali continuarono a essere praticati da atleti dilettanti. Già negli anni Settanta tuttavia anche per questi sport la distinzione tra dilettanti e professionisti divenne del tutto formale.
Con l’affermarsi della spettacolarizzazione mediatica, due fenomeni economici hanno modificato profondamente la natura dell’evento sportivo: la sponsorizzazione e i diritti di trasmissione televisiva. Le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 sancirono l’inizio di una nuova era per lo sport: la manifestazione sportiva venne infatti interamente finanziata dagli sponsor ed enormi furono i proventi della cessione dei diritti di trasmissione dell’evento alle reti televisive di tutto il mondo. Da quel momento lo sport è diventato un affare economico su scala planetaria e gli stessi suoi protagonisti, i campioni, o meglio le loro icone mediatizzate, vengono celebrati come eroi e modelli di vita. Il calcio in Europa e in Sudamerica, il basket o il football americano negli Stati Uniti sono diventati complessi fenomeni socio-culturali, con propri codici e valori.
Contemporaneamente a questa evoluzione, nel corso del XX secolo lo sport ha subito una radicale trasformazione, grazie anche alla diffusione dell’educazione fisica nei programmi istituzionali di insegnamento nelle scuole. La pratica dello sport, un tempo riservata alle élite, si è diffusa tra tutte le classi sociali. Si è affermato così lo sport di massa come grande fenomeno di costume, legato pertanto alle tendenze culturali dell’epoca.
Le Olimpiadi
Con il passare degli anni le Olimpiadi, limitate a sole 43 prove nella prima edizione del 1896, si sono arricchite di nuove discipline, dal calcio al tennis, dalla vela al ciclismo. All’edizione dei giochi olimpici di Sydney, nel settembre del 2000, più di 10.200 atleti si sono cimentati in 275 prove. Nel 1924, a Chamonix, si tenne la prima edizione dei Giochi olimpici invernali, manifestazione che viene riproposta ogni quattro anni e, a partire dal 1994, con cadenza alternata di due anni rispetto all’edizione “estiva”.
Oggi le Olimpiadi rappresentano un evento di portata mondiale e connesso a uno straordinario giro di affari. Alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 la concessione dei diritti televisivi fruttò una cifra pari a 650 milioni di dollari; quattro anni dopo l’edizione dei giochi di Atlanta venne totalmente finanziata da una multinazionale. Infatti l’organizzazione delle Olimpiadi costituisce un’eccezionale ritorno d’immagine per lo sponsor, per il paese e soprattutto per la città ospitante: per questo motivo la presentazione delle candidature delle sedi olimpiche si trasforma spesso in una vera e propria guerra senza esclusione di colpi – e talvolta con retroscena non sempre trasparenti – per aggiudicarsi l’incarico.
Analogamente, per gli atleti un titolo olimpico rappresenta il culmine della carriera agonistica. Se originariamente, in scrupolosa osservanza dello spirito olimpico sintetizzato dal motto decoubertiniano “l’importante non è vincere ma partecipare”, non si imponevano restrizioni alle iscrizioni degli atleti, già da molti anni le federazioni impongono dei criteri di selezione atti ad assicurare la partecipazione dei maggiori protagonisti delle diverse discipline sportive, benché continui a essere salvaguardata la presenza di atleti di tutti i paesi.
3. Ginnastica La Ginnastica è la pratica sistematica di esercizi fisici con finalità educative, terapeutiche e agonistiche. La ginnastica educativa è intesa come quella serie di attività atte a favorire il miglioramento delle capacità fisiche di base di un soggetto (come la forza, la resistenza, la velocità e la flessibilità), nonché le sue capacità di coordinazione motoria. La ginnastica terapeutica tende a ristabilire le condizioni di normalità, laddove vi sia una disabilità di ordine fisico. La ginnastica a livello agonistico prevede la pratica di specifici esercizi sia a corpo libero sia con l'utilizzo di attrezzi e si divide in due discipline fondamentali, la ginnastica artistica e la ginnastica ritmica. Entrambe le discipline prevedono gare di tipo individuale e a squadre.
La Ginnastica Artistica
La ginnastica artistica comprende specialità differenti a seconda che venga praticata da uomini o da donne. Le specialità maschili sono: il corpo libero, che si svolge, senza l'uso di attrezzi, su una pedana di 12 x 12 m, dove il ginnasta compie una serie di esercizi dando dimostrazione delle sue doti acrobatiche; il cavallo con maniglie, nel quale il ginnasta, appoggiandosi solo sulle mani, si cimenta in oscillazioni e rotazioni del busto e delle gambe; l'esercizio agli anelli, che prevede l'esecuzione di figure statiche e di rapidi movimenti oscillatori impugnando due anelli di legno sospesi in aria a 2,50 m; il volteggio al cavallo, nel quale l'atleta, dopo una rincorsa, esegue un salto su una pedana, si appoggia con le mani sul dorso del cavallo e quindi, dopo aver eseguito delle rotazioni in aria, atterra su un materassino con le braccia aperte cercando di mantenersi perpendicolare al terreno; le parallele simmetriche, composte da due barre in legno parallele fra loro e sospese rispetto suolo, appoggiandosi e sostenendosi alle quali l'atleta esegue oscillazioni ed equilibrismi; la sbarra, composta da un'asta in acciaio sospesa a 2,50 m da terra, impugnata la quale l'atleta esegue oscillazioni, rotazioni, salti e cambi di direzione.
Tra le specialità femminili della ginnastica artistica vi sono quelle con caratteristiche simili alle specialità maschili, come il corpo libero, eseguito con accompagnamento musicale, e il volteggio al cavallo; altre invece completamente diverse, come le parallele asimmetriche, composte da due barre di legno sospese da terra a un'altezza differente tra loro, sulle quali la ginnasta compie oscillazioni e passaggi sopra, sotto e in mezzo alle barre; gli esercizi alla trave, o asse d'equilibrio, dove si eseguono passi, salti, giri e alcune figure acrobatiche a corpo libero.
La Ginnastica Ritmica
Una disciplina esclusivamente femminile è la ginnastica ritmica sportiva; si pratica su una pedana e prevede l'esecuzione di movimenti che vengono svolti, con l'ausilio di piccoli attrezzi, al ritmo di un accompagnamento musicale. Le specialità della ginnastica ritmica prendono il nome dall'attrezzo utilizzato e sono: il nastro, che può essere lanciato e fatto ruotare descrivendo serpentine, spirali e altre figure; la palla, che si può far rimbalzare, lanciare, rotolare; la funicella, che si può saltare, lanciare, fare oscillare; il cerchio, che può essere lanciato, attraversato o fatto oscillare; le clavette, che si possono far girare, lanciare e battere fra loro.
Storia e Competizioni
La ginnastica ha delle origini molto antiche: Platone, nella Repubblica, la inserisce tra le discipline, come la musica, le scienze matematiche, l'astronomia e la dialettica, volte alla formazione dei "guardiani dello stato". Il fondatore della ginnastica moderna può essere considerato il tedesco Friedrich Ludwig Jahn, che ideò una serie di esercizi volti allo sviluppo della forza fisica. Un'altra figura importante fu quella dello svedese Pehr Henrik Ling, che concentrò l'attenzione su movimenti eseguiti con ritmo e coordinazione, e l'ausilio di piccoli e grandi attrezzi.
La prima competizione internazionale di rilievo si svolse ad Atene nel 1896, in occasione delle prime Olimpiadi dell'era moderna; si trattava però di gare riservate agli uomini; le donne iniziarono a gareggiare nel 1928 ai Giochi di Amsterdam.
La ginnastica ritmica moderna è legata al nome dello svizzero Emile-Jaques Dalcroze che ne fu il fondatore. Nel 1911 creò infatti a Hellerau, presso Dresda, la prima scuola di ginnastica ritmica con lo scopo, prevalentemente estetico, di rendere più armoniose le movenze del corpo. Verso la fine degli anni Cinquanta la ginnastica ritmica iniziò a diffondersi: il primo Campionato mondiale venne organizzato nel 1963 e lo sport venne inserito nei programmi dei Giochi olimpici a partire dal 1984.
Sia la ginnastica artistica sia quella ritmica sono governate a livello mondiale dalla FIG (Fédération Internationale de Gymnastique), mentre in Italia lo sport è rappresentato dalla FGI (Federazione Ginnastica d'Italia). Le nazioni che vantano una grande tradizione nella ginnastica sono l'Unione Sovietica e, attualmente, i paesi che sono nati dalla sua dissoluzione (Russia, Bielorussia, Ucraina), e soprattutto in campo femminile, la Cina e la Romania. Sport particolarmente spettacolare, la ginnastica artistica ha annoverato campioni entrati, spesso grazie alla ribalta delle Olimpiadi e dei Campionati mondiali, nell'immaginario collettivo: tra questi ricordiamo la tedesca orientale Olga Korbut, dominatrice ai Mondiali di Monaco di Baviera, nel 1972; la rumena Nadia Comaneci, eroina dei Giochi olimpici di Montreal; e negli anni più recenti il bielorusso Vitaly Scherbo, la statunitense Shannon Miller e, per l'Italia, Yuri Chechi, medaglia d'oro agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta 1996.
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