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:: Oggi è Mercoledì 6 Aprile 2005 ::

- Materie : : : Educazione Sessuale (o Sessuologia)

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1. Introduzione
L'Educazione sessuale, in senso ampio, è qualsiasi informazione sull'attività sessuale e sulle sue conseguenze, generalmente rivolta a bambini e adolescenti. In accezione più ristretta, il termine si riferisce alle lezioni svolte in classe su argomenti attinenti la sessualità, come parte integrante del programma di scienze naturali nella scuola dell'obbligo. Entrando nei particolari con la Sessuologia, si studiano i fenomeni, anche psicologici e sociali, relativi al sesso.
Dal punto di vista storico, il compito di istruire i bambini e i ragazzi sul sesso è sempre stato affidato alle famiglie. La comunicazione tra genitori e figli su questi argomenti può, tuttavia, essere ostacolata da inibizioni o da tensioni di varia natura. Numerose ricerche hanno dimostrato che raramente le prime informazioni in materia sessuale vengono fornite dai genitori. Alla fine del XIX secolo, educatori e assistenti sociali hanno cercato di integrare le informazioni fornite dalla famiglia, concentrandosi su ciò che in seguito è stato definito "igiene sociale", vale a dire, essenzialmente, le informazioni mediche e biologiche sulla riproduzione umana e sulle malattie veneree.
Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, tuttavia, l'allentamento delle norme sociali che regolano le relazioni sessuali e la quantità di informazioni sull'argomento disponibili attraverso i mass media hanno suggerito la necessità di formulare programmi di educazione sessuale più ampi e approfonditi, che comprendano lo studio dei processi fisiologici che regolano la riproduzione, della struttura dell'apparato riproduttivo maschile e femminile, della diffusione e degli effetti delle malattie trasmesse per via sessuale, dei ruoli all'interno della famiglia, degli aspetti etici delle relazioni sessuali, delle cause e delle conseguenze, emotive e psicologiche, della sessualità (compresi i rapporti sessuali tra minorenni), del matrimonio e della procreazione.
Con la diffusione della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), e quindi con l'esigenza di promuovere una efficace politica di prevenzione del contagio, il compito di una corretta e approfondita educazione sessuale si è rivelato ancor più importante; tuttavia, se in teoria è indiscusso il principio di accettare questa materia come parte integrante del curriculum scolastico, nella pratica didattica risulta ancora oggetto di controversie di natura ideologica, morale o religiosa.

2. Sessualità
La sessualità è l'nsieme dei caratteri psicofisici e degli aspetti comportamentali legati all'incontro tra i sessi. In particolare, nella specie umana, la condotta sessuale è fortemente influenzata dalle componenti psicologiche individuali e dalla sfera culturale.
Lo studio dell’attività sessuale umana, intesa come dinamica di rapporti tra persone, ha subito nel XX secolo una radicale svolta con l’apertura dei nuovi orizzonti di ricerca dischiusi dalla psicoanalisi, cui si deve l’elaborazione del concetto di sessualità infantile. Sigmund Freud ha formulato una teoria dello sviluppo sessuale del bambino, alla quale è connessa anche un'interpretazione dello sviluppo normale o anormale della personalità. Freud presuppone una relazione tra zone del corpo investite dalla libido e l'esperienza del mondo esterno. Lo sviluppo sessuale ha inizio con la fase orale, caratterizzata dal piacere connesso alla stimolazione della bocca (e quindi da attività quali succhiare e mordere); a essa segue la fase anale, durante la quale si manifestano impulsi aggressivi e sadici; l'ultima fase evolutiva è la fase genitale, nella quale l'interesse sessuale si concentra sugli organi della riproduzione. Secondo Freud, eventuali disturbi in una di queste fasi condurrebbero ad anomalie specifiche della personalità e della sessualità.
Le prime indagini scientifiche sulla sessualità umana si devono ad Alfred Kinsey e ai suoi collaboratori. I loro studi del 1948 e 1953 hanno dimostrato, in particolare, che esistono notevoli differenze tra il comportamento sessuale socialmente auspicato e il comportamento effettivo delle persone. È risultato inoltre che non esiste una netta demarcazione tra comportamento sessuale "normale" e "anormale". Atti sessuali un tempo classificati come perversioni non sono più considerati tali se vengono praticati da adulti consenzienti, che ne traggono reciproca soddisfazione.
Più recentemente, gli studi sulla sessualità hanno affrontato la tematica del "genere" (ossia dell'identità sessuale femminile e maschile) e dei suoi disturbi. In questa area di ricerca confluiscono i contributi della biologia, della medicina, della sociologia e della psicologia, che conferiscono all’indagine un orizzonte più ampio e più adeguato al complesso intreccio di esperienze che caratterizza il comportamento sessuale. bmpharmacy.com

3. Eterosessualità
Attrazione sessuale per individui di sesso opposto al proprio. Il termine fu coniato in Germania alla fine del XIX secolo in seguito all'introduzione di altri due termini nel linguaggio dei sessuologi, omosessualità e bisessualità; singolarmente, la definizione degli orientamenti sessuali considerati "patologici" dalla morale corrente, aveva fatto nascere l'esigenza di trovare una definizione anche per il comportamento che la stessa morale considerava semplicemente come "norma". In tutte le società conosciute sembrano essere privilegiate le unioni eterosessuali, probabilmente per l'importanza attribuita alla funzione riproduttiva dei propri membri.
Stabilire esattamente cosa determini l'orientamento sessuale degli individui è molto difficile. La sessualità è sempre stata considerata un impulso naturale innato, anche se oggi è ampiamente riconosciuta l'influenza esercitata su di essa dai fattori sociali. Alcuni sociologi ipotizzano quindi che l'eterosessualità sia un'istituzione sociale, al pari del matrimonio, e che la preferenza eterosessuale sia, in parte, ormai acquisita in quanto norma sociale.

Il Sesso
Insieme delle caratteristiche di tipo anatomico, fisiologico e comportamentale che distinguono individui produttori di cellule riproduttive maschili (spermatozoi o spermi), definiti maschi, e individui produttori di cellule riproduttive femminili (cellule uovo), definiti femmine, nei viventi che presentano riproduzione sessuale. Le specie i cui individui producono sia cellule maschili sia femminili sono dette ermafrodite. Organismi ermafroditi si riscontrano soprattutto tra le piante, i protozoi, gli invertebrati e alcuni pesci; essi presentano spesso numerosi accorgimenti volti a impedire l'autofecondazione e a garantire la fecondazione incrociata, come la maturazione in tempi differenti o la separazione spaziale degli organi riproduttivi maschili e femminili. Infatti, solo la fecondazione incrociata, ossia quella che si verifica tra individui differenti, permette di mantenere la variabilità genetica negli individui di una specie, che rende possibili i fenomeni di adattamento e, quindi, la sopravvivenza della specie stessa.
Le cellule riproduttive, o gameti, maturano a livello di organi specializzati, gli organi sessuali, che prendono il nome di gonadi: quelle maschili sono i testicoli, quelle femminili sono le ovaie. Il tipo di gonadi presenti in un individuo ne definisce i caratteri sessuali primari; altre caratteristiche invece definiscono i caratteri sessuali secondari e comprendono la presenza di barba, creste, speroni, particolari colorazioni, mammelle, marsupi (nei marsupiali), organi che facilitano la copulazione o la deposizione delle uova, una diversa distribuzione corporea del pelo, un particolare timbro della voce e così via.
L'appartenenza all'uno o all'altro sesso viene determinata geneticamente, e segue le leggi di Mendel della trasmissione ereditaria dei caratteri. In particolare, i geni a cui sono legati i caratteri sessuali sono localizzati su speciali cromosomi detti, appunto, cromosomi sessuali.
Differenze sessuali si osservano a tutti i livelli di organizzazione biologica, con l'eccezione dei virus. Il modello più semplice di differenziamento sessuale è quello che si osserva nei batteri nel corso del processo di coniugazione, che consiste nel passaggio dell'unico cromosoma presente da una cellula donatrice a una cellula accettrice. Gli individui pluricellulari più evoluti presentano organi sessuali specializzati (vedi Apparato riproduttore).

Valore adattativo
Nel mondo vivente alcune specie effettuano la riproduzione asessuata, in cui un individuo si moltiplica generando individui a esso identici. Esempi di tale modalità sono i batteri e i protozoi, che si dividono per mitosi in due individui separati; molte piante, capaci di riproduzione vegetativa; le idre, che sono in grado di riprodursi asessualmente per gemmazione; alcune piante, la pulce d'acqua Daphnia pulex, e alcune vespe, che si riproducono per partenogenesi (l'uovo si sviluppa in un nuovo individuo pur senza essere fecondato). La riproduzione asessuata presenta il vantaggio di potere generare un gran numero di individui in un tempo molto breve e in assenza di un partner sessuale. Nella stagione calda Daphnia pulex e le vespe passano, ad esempio, dalla riproduzione sessuata alla partenogenesi, per popolare rapidamente stagni e nidi. I membri di queste popolazioni sono, tuttavia, repliche genetiche dei propri genitori e, pertanto, rispondono tutti allo stesso modo alle variazioni ambientali che possono intervenire.
Sebbene la riproduzione sessuata sia più complessa e quantitativamente meno produttiva, essa presenta il vantaggio di aumentare la biodiversità degli individui. Tale diversità viene prodotta durante la formazione delle cellule germinali con il processo di meiosi, in cui le coppie di cromosomi, che caratterizzano il patrimonio genetico di tutte le cellule somatiche diploidi dell'adulto, vengono separate nei gameti. In questo modo, le cellule germinali mature sono dotate di un corredo cromosomico contenente una sola copia di ciascun cromosoma e un numero totale di cromosomi corrispondente alla metà di quello delle cellule somatiche. La separazione di ciascuna coppia di cromosomi avviene in modo assolutamente casuale: pertanto, quando i due corredi cromosomici dei gameti maschile e femminile vengono uniti dalla fecondazione, nella cellula uovo fecondata si ristabilisce il numero diploide di cromosomi tipico della specie, ma con una composizione variata rispetto ai genitori. Se nell'ambiente non intervengono cambiamenti o avvengono solo leggere modificazioni, la discendenza più simile ai genitori sarà la più capace ad adattarsi e riprodursi; se, invece, interviene una modificazione di proporzioni maggiori, saranno favoriti quei discendenti che differiscono maggiormente dai genitori. Il ruolo del sesso nel continuo rimescolamento del patrimonio genetico è uno dei meccanismi fondamentali alla base della selezione naturale e dell'evoluzione delle specie e la sua affermazione probabilmente risale a prima della comparsa degli organismi pluricellulari.

Determinazione del Sesso
Negli animali, il sesso di un individuo viene determinato al momento della fecondazione, dai cromosomi sessuali presenti nelle cellule germinali e che lo zigote eredita. Nella specie umana, i cromosomi sessuali sono detti X e Y. Negli individui di sesso femminile ciascuna cellula somatica presenta due copie del cromosoma X, mentre in quelli di sesso maschile sono contenute una copia del cromosoma X e una del cromosoma Y. Per questo motivo, il sesso femminile è detto omogametico, mentre quello maschile è detto eterogametico. A causa della riduzione del numero di cromosomi che avviene durante il processo di meiosi da cui si formano i gameti, la cellula uovo contiene sempre una singola copia del cromosoma X, mentre lo spermatozoo può contenere un cromosoma X o un cromosoma Y. Se una cellula spermatica che porta un cromosoma X feconda la cellula uovo, lo zigote sarà femmina (XX), mentre nel caso opposto, di una cellula spermatica Y che feconda la cellula uovo, lo zigote sarà maschio (XY). In alcuni animali il sesso eterogametico è quello femminile e, dunque, la determinazione del sesso dipende dalla femmina anziché dal maschio. I cromosomi sessuali determinano i caratteri sessuali primari e quelli secondari.
Generalmente, più evoluta è la specie e più elaborato è l'insieme delle caratteristiche legate al sesso e ai meccanismi riproduttivi. Nelle stelle di mare, ad esempio, le uova e gli spermatozoi vengono semplicemente liberati in grandi quantità nell'acqua e solo la piccola parte di essi che viene casualmente a contatto va incontro alla fecondazione. Gli anfibi presentano anch'essi fecondazione esterna, ma il loro successo riproduttivo viene favorito da alcuni adattamenti comportamentali: i maschi delle rane e dei rospi sono, ad esempio, attirati da speciali richiami emessi dalle femmine, quando depongono le uova nell'acqua; il maschio ha, inoltre, un contatto cloacale con la femmina, durante il quale la liberazione dello sperma avviene contemporaneamente a quella delle uova. Gli animali terrestri hanno evoluto complessi sistemi di fecondazione interna, per difendere le delicate cellule germinali dai pericoli della disidratazione a cui sono esposti in un ambiente non acquatico. Negli organi genitali si sono, così, specializzate strutture come il pene erettile maschile e la vagina e l'utero femminili. Per garantire il proprio successo riproduttivo i gruppi più evoluti, ad esempio i mammiferi, si affidano, inoltre, a complessi schemi di corteggiamento e all'assembramento in greggi o branchi.
Organismi ermafroditi si ritrovano in particolare in specie come molti tipi di vermi, le lumache e molti parassiti, che sono caratterizzate da una scarsa capacità di movimento.
Nelle piante, si distinguono specie monoiche, i cui individui possiedono sia strutture riproduttive maschili sia femminili (ad esempio, il melo), e specie dioiche, in cui gli individui maschili sono distinti da quelli femminili (ad esempio, il kiwi).

Sviluppo sessuale
Il sesso dell'embrione viene determinato dai cromosomi sessuali che esso eredita fin da quando esso è allo stato di zigote. In realtà, però, lo sviluppo delle caratteristiche sessuali viene regolato nel corso dello sviluppo embrionale; sembra che vi siano geni sui cromosomi sessuali capaci di attivare altri geni che innescano il processo di differenziamento delle gonadi. Nell'embrione sessualmente indifferenziato dei mammiferi, le gonadi sono inizialmente totipotenti, cioè possono svilupparsi sia nelle strutture riproduttive del maschio che in quelle della femmina. Lo sviluppo delle une piuttosto che delle altre dipende dall'azione di alcuni ormoni specifici. Condizioni patologiche sono quelle della sindrome di Turner, in cui l'individuo possiede solo un cromosoma X, e della sindrome di Klinefelter, in cui l'individuo presenta un corredo cromosomico XXY.

4. Omosessualità
L'Omosessualità è l'attrazione e preferenza sessuale per individui del proprio sesso; si differenzia dall'eterosessualità, che è l'attrazione per individui del sesso opposto al proprio, e dalla bisessualità, che è l'attrazione per individui di entrambi i sessi. Le donne omosessuali sono chiamate anche lesbiche (dal nome dell'isola greca Lesbo, patria della poetessa Saffo vissuta nel VII secolo a.C.) e, più recentemente, gli uomini omosessuali gay, termine però ormai utilizzato in senso sia maschile sia femminile.

Aspetti Storici
L'atteggiamento nei confronti dell'omosessualità è molto cambiato nel corso dei secoli al succedersi delle culture e delle epoche: accettata nell'antica Grecia e tollerata a Roma, nelle società occidentali e cristiane l'omosessualità è stata a lungo motivo di riprovazione sociale se non di condanna penale (anche capitale, come nella Germania del Cinquecento).
Molti pregiudizi attuali sull'omosessualità sono dovuti alla classificazione che ne fece nel XIX secolo Richard von Krafft-Ebing, considerandola una malattia, una "degenerazione neuropatica ereditaria", "aggravata" dalla masturbazione "eccessiva". Contro tale ipotesi è stato però condotto nel 1957 uno studio divenuto classico, da cui è emerso che individui eterosessuali e omosessuali sottoposti alle stesse prove psicologiche non mostrano segni patologici idonei a differenziare i due gruppi. Sigmund Freud ipotizzò invece l'esistenza di una predisposizione innata, ma sottolineò l'importanza delle esperienze infantili (ad esempio, la perdita del genitore di sesso opposto e la conseguente difficoltà di identificazione).
Oggi molti studiosi sostengono che non vi sia un fattore genetico alla base dell'orientamento sessuale, ma ritengono che l'identità e il ruolo sessuali siano comportamenti appresi e non geneticamente determinati; studi sul patrimonio cromosomico e ormonale di soggetti omosessuali non hanno poi rilevato alcuna anomalia o differenza rispetto agli eterosessuali. In altre parole, omosessualità ed eterosessualità non possono essere differenziate su una base fisica: mentre le caratteristiche anatomiche relative alla sessualità sono stabilite alla nascita, la successiva accettazione del proprio genere sessuale dipenderebbe essenzialmente da fattori ambientali.
La classificazione internazionale delle malattie, redatta dall'Organizzazione mondiale della sanità, nel 1987 ha definitivamente escluso l'omosessualità dall'elenco dei disturbi psichici, ribadendone così il carattere non patologico.

L'Omossessualità oggi
Nel XX secolo, soprattutto nei paesi occidentali, alla preferenza omosessuale e alla sua manifestazione, sia pubblica sia privata, non è più riconosciuto il carattere di reato. In vari paesi, come Olanda e Danimarca, negli ultimi anni sono anzi state approvate leggi per il riconoscimento alle coppie omosessuali degli stessi diritti e doveri garantiti alle unioni eterosessuali; in molti paesi si sta discutendo sull'estensione del diritto di adozione anche alle coppie omosessuali. Molte conquiste ottenute negli anni Settanta dai movimenti per i diritti delle persone gay, negli anni Ottanta si sono tuttavia scontrate con nuovi pregiudizi e nuovi fenomeni di esclusione sociale, dovuti soprattutto all'elevata diffusione tra gli omosessuali maschi della Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS): anche per questo è oggi in crescita il numero di coppie omosessuali monogame, la cui relazione è molto simile a un matrimonio eterosessuale.
Ciò non toglie che in talune culture e in alcuni strati della società, l'omosessualità continui a essere vista con sospetto e a essere più o meno esplicitamente condannata.



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